Rivista della Regolazione dei MercatiE-ISSN 2284-2934
G. Giappichelli Editore

Luciano Floridi, Etica dell´intelligenza artificiale. Sviluppi, opportunità, sfide, Raffaello Cortina Editore, 2022, p. 384 (di Laura Ammannati)


1. La conquista della nostra stessa vita da parte delle tecnologie digitali non può non suscitare “stupore” in chi si trovi di fronte a questa rivoluzione dagli effetti imprevedibili proprio perché la transizione da una realtà completamente analogica a quella digitale segna l’inizio di un nuovo capitolo della storia umana.

Inizia con questa lineare ma evocativa osservazione il volume di Luciano Floridi, Etica dell’intelligenza artificiale, che rappresenta un passaggio significativo nel percorso dell’A. in quanto, come egli stesso ci ricorda, condensa una pluriennale riflessione individuale ed un ricco patrimonio di analisi e ricerche condotte dallo stesso autore con il supporto del Digital Ethics Lab di Oxford.

Sempre nella Prefazione lo stesso A. ci avverte che questo “non è un libro che si legge tutto d’un fiato”. E questo, direi, non tanto perché affronta innumerevoli risvolti della costruzione e dell’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale (IA) quanto, soprattutto, per la densità della trama teorica. Infatti il libro cerca di comprendere la tecnologia attraverso un discorso sulle “radici” di alcuni problemi del digitale nella nostra epoca non limitandosi a descrivere le loro “foglie”. Fuor di metafora, è sempre l’A. a darci una essenziale chiave di lettura del suo lavoro laddove rileva come la comprensione delle trasformazioni tecnologiche consenta di “guidare” la rivoluzione digitale, fin dalla sua fase iniziale, e di “plasmarla” in una direzione equa dal punto di vista sociale e sostenibile da quello ambientale.

In questo contesto mi pare possa trovare una risposta la domanda che molti, in particolare giuristi, economisti e scienziati sociali, si sono posti fin dal­l’inizio della loro riflessione, cioè come evitare il costante inseguimento del­l’innovazione tecnologica da parte di una regolazione sempre in affanno incapace di catturare il suo oggetto.

Una risposta d’insieme è che regole e norme non debbano riguardare “il ritmo ma la direzione dell’innovazione” (p. 86) in quanto dovremmo avere una visione del ‘dove’ la nostra società debba dirigersi. In effetti l’Unione Europea sta percorrendo questa strada con la elaborazione del regolamento sulla IA sul quale si è aperta sia una discussione a tutto campo da parte degli esperti che la negoziazione istituzionale.

Quindi, se è vero che il digitale sta plasmando il mondo, questo non può accadere senza che siano messe in campo tutte le forze necessarie a decidere in quale direzione vogliamo sfruttare le sue [continua..]

Fascicolo 1 - 2022